Last Updated on February 9, 2011
I Laboratori McAfee hanno appena pubblicato il report relativo alle minacce informatiche del quarto trimestre 2010 (McAfee Q4 Threat Report). Oramai sembra un immancabile e monotono refrain ma, tanto per cambiare, nel corso dell’ultimo scorcio del 2010 i malware per i dispositivi mobili l’hanno immancabilmente fatta da padroni.
I dati sono impressionanti: le infezioni dei dispositivi mobili nel corso del 2010 sono cresciute del 46% rispetto all’anno precedente. Nell’anno passato sono stati scoperti 20 milioni di nuovi esemplari di software malevolo, corrispondenti a circa 55.000 nuovi vettori di infezione al giorno. In effetti nel 2010 gli sviluppatori malevoli si sono dati molto da fare se si considera che i Laboratori McAfee hanno identificato in totale 55 milioni di tipologie di malware, da cui su evince che il malware sviluppato nel 2010 corrisponda al 36% del totale.
Una cosa è certa: i cybercriminali si stanno concentrando su dispositivi popolari che garantiscono il massimo risultato con il minimo sforzo, con una tendenza destinata ad accenturarsi nel 2011 verso un fenomeno che si potrebbe riassumere benissimo con il termine ipocalypse.
I risultati del report si possono così sintetizzare:
Dispositivi mobili sempre più in pericolo per le botnet
Non è una novità, e la mia prima previsione in proposito risale a dicembre 2010 quando, commentando le previsioni di sicurezza Symantec per il 2011, mi ero sbilanciato asserendo che nel corso del 2011 avremmo probabilmente assistito alla nascita di botnet di terminali compromessi. Da lì a breve è stato un climax ascendente che ha portato dapprima alla rilevazione del trojan Geinimi al termine del 2010, ed in seguito alla creazione di un malware botnet-like in laboratorio.
Il report di McAfee conferma questo trend (scusate il gioco di parole), assegna a Geinimi il titolo di una delle minacce più importanti dell’ultimo trimestre 2010, e sancisce perentoriamente che i Cybercriminali utilizzeranno sempre di più, nel corso del 2011, tecniche di botnet per infettare i dispositivi mobili.
I motivi sono presto detti: maggiore popolarità (e portabilità) dei dispositivi mobili come strumenti di lavoro implicano maggiore contenuto sensibile immagazzinato senza le stesse misure di sicurezza e la stessa sensibilità dell’utente (non a caso Geinimi, come anche altre minacce mobili) sono false applicazioni scaricata da market paralleli. D’altronde una botnet di dispositivi mobili ha una duplice valenza malevola: da un lato consente di rubare dati e informazioni sensibili (dalla rubrica alla posizione) dall’altro potrebbe essere utilizzata con intenti malevoli con maggiori capacità di mimetismo all’interno della rete di un operatore mobile (come confermato indirettamente anche dal report di Arbor Networks.
Ad ogni modo nel Q4 2010, Cutwail ha perso lo scettro di botnet più attiva, ad appannaggio della rete di macchine compromesse appartenenti alla rete Rustock, seguita a ruota da Bobax
Almeno una buona notizia, lo Spam è un Periodo di Transizione
Sebbene i mezzi favoriti dai Cybercriminali in questo trimestre siano stati il malware di tipo AutoRun (Generic!atr), i trojan di tipo banking o downloader (PWS or Generic.dx), o anche gli exploit web-based (StartPage and Exploit-MS04-028), perlomeno si è registrato un leggero abbassamento dei livelli di spam, che sebbene rappresenti ancora l’80% di tutti i messaggi di posta elettronica, si è comunque attestato ai livelli del 1 trimestre 2007. Questo periodo di transizione è verosimilmente dovuto al letargo di alcune botnet (ad esempio Rustock, Letic e Xarvester) e alla chiusura di altre (ad esempio Bredolab o in parte Zeus). In questo trimestre, al vertice delle reti di macchine compromesse si sono posizionate Bobax e Grum.
Se aumentano gli apparati aumentano le minacce web
In base ai dati dell’ultimo trimestre 2010, in cui i domini malevoli sono cresciuti velocemente grazie alle minacce più attive del calibro di Zeus, Cornficker e Koobface; McAfee rivela che le i vettori di infezione basati sul web continueranno a crescere in dimensioni e complessità , di pari passo con il crescere degli apparati eterogenei che accedono alla rete.
Ovviamente non poteva mancare il phishing e il malvertising e SEO Poisoning in virtù del quale McAfee Labs rivela che all’interno dei primi 100 risultati delle principali ricerche quotidiane, il 51% conduce l’ignaro navigatore verso siti poco sicuri che contengono più di cinque link malevoli. Non è un caso che il produttore rosso preveda che gli attacchi facenti uso di tecniche di manipolazione dei risultati dei motori di ricerca cresceranno notevolmente nel 2011, focalizzandosi soprattutto (tanto per cambiare) ai dispositivi di nuova generazione.
Le vulnerabilità Adobe come mezzo di distribuzione del malware
Nel corso del 2010 le vulnerabilità dei prodotti Adobe (Flash e PDF), inseparabili compagni di navigazione, sono stati il mezzo principale di distribuzione del malware preferito dai Cybercriminali. C’e’ da aspettarsi una inversione di tendenza per il 2011? Nemmeno per idea, almeno secondo McAfee che prevede, per quest’anno, una prosecuzione del trend, anche a causa del supporto per le varie tecnologie Adobe, da parte dei dispositivi mobili e dei sistemi operativi non Microsoft.
Hacktivissimi!
Anche l’hactivism vedrà la sua azione proseguire nel 2011 dopo i botti di fine anno compiuti dal gruppo Anonymous, (e anche il Governo Italiano ne sa qualcosa in questi giorni. Anzi, secondo il produttore dichiara che il confine tra hactivism e cyberwarfare diventerà sempre più confuso.
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