Last Updated on December 28, 2010
Accade sempre meno spesso di leggere notizie che pongano il Belpaese al vertice in qualche settore tecnologico, ma fortunatamente qualche eccezione ogni tanto c’è. Una di queste è sicuramente rappresentata dal servizio di connettività Internet Wi-Fi a bordo dei treni ad Alta Velocità che in questi giorni, causa anche l’ingente campagna pubblicitaria, ha destato la mia curiosità, tra un piatto di tortellini e una fetta di panettone.
Naturalmente la stessa curiosità, che da sempre ha fatto la mia (s)fortuna nel corso dell’attività professionale e non solo, mi ha spinto ad approfondire l’argomento.
I dati sono notevoli ma tutto sommato, a mio modesto parere, non rendono totalmente giustizia al massiccio lavoro compiuto e alle sfide tecnologiche affrontate: 50 milioni di Euro di investimenti congiunti tra Gruppo FS e Telecom Italia per rendere il servizio fruibile su 1000 Km di linee con 516 viadotti e 82 gallerie che si snodano su un territorio di caratteristiche fisiche estremamente variabili e spesso con una copertura di rete mobile limitata.
Aldilà delle specifiche mi sono chiesto come sia stato possibile garantire qualità e continuità del servizio a banda larga a 300 Km orari, con una tecnologia di accesso, l’UMTS, concepita per garantire velocità di 384 kbps (quindi non proprio “larghe) ad una velocità massima di 120 Km/h (quindi ben al di sotto dei 300 Km orari del Frecciarossa), gestendo nel contempo l’hand over senza discontinuità nella connessione dati e contrastando in maniera efficace la minaccia dell’Effetto Doppler (una romantica reminiscenza della mia vita precedente da fisico) e la schermatura non proprio trascurabile delle carrozze.
In effetti spulciando tra i dati resi noti all’avvio del servizio si scopre che per garantire la connettività a banda larga a bordo dei treni sono stati installati 74 nuovi nodi per la ripetizione del segnale UMTS lungo la tratta, oltre 200 antenne nelle 82 gallerie, più di 100 km di fibra ottica, 600 ripetitori radio e 650 moduli WiFi che consentono ai 60 treni Frecciarossa su cui il servizio è attualmente disponibile di offrire una esperienza Internet fruibile, con il proprio operatore, mediante la propria chiavetta o tramite il Wi-Fi di carrozza (anche sul proprio terminale Androide o sulla tavoletta magica). Il tutto mentre si osserva l’alternarsi del paesaggio italiano dal Colosseo alla Madonnina (passando per Santa Maria Novella) a 300 Km orari, comodamente seduti sulla propria poltrona, ed in pieno rispetto della quasi defunta Legge Pisanu.
D’altro canto i dispositivi mobili non stanno fermi e poichè si prevede, a livello worldwide, che alla fine dell’anno corrente i dispositivi in grado di fornire all’utente una esperienza di navigazione di alto livello saranno circa 1.2 miliardi, questo implica la necessità di nuovi modelli di connettività, anche a causa della sempre maggiore diffusione di questa tipologia di dispositivi per l’utenza business a cui il servizio presumbilmente si rivolge.
Ad ogni modo devo ammettere che la questione mi ha notevolmente incuriosito: poiché mi capita spesso di viaggiare in treno sulla tratta Roma Milano, la prossima volta credo proprio che non resisterò alla tentazione di abbinare al viaggio fisico un bel viaggio virtuale con il mio terminale androide (mmh… o forse con l’iPad?).
Pingback: Train better than airplane? « David Cenciotti's weblog